home / Archivio / Diritto Amministrativo raccolta del 2021 / Compatibilità con il diritto comunitario della normativa nazionale che vieta ..
indietro stampa contenuto indice libro leggi libro
Compatibilità con il diritto comunitario della normativa nazionale che vieta l´affidamento di concessioni autostradali scadute o in scadenza mediante la procedura della finanza di progetto
Pasquale La Selva
(Corte di giustizia dell’Unione europea, sez. IX, 26 novembre 2020, C-835/2019)
» Per l'intero contenuto effettuare il login inizio
Nota di Pasquale La Selva
La società OMISSIS, in forza di più concessioni rilasciate da OMISSIS, gestiva taluni tratti autostradali. In procinto della scadenza delle concessioni, la società presentava al Ministero dei Trasporti (MIT) due proposte di finanza di progetto per la concessione della gestione e manutenzione delle stesse. Il MIT respingeva le proposte della concessionaria sostenendo che la procedura della finanza di progetto non sarebbe stata applicabile alla concessione di gestione di un’autostrada, che le proposte non sarebbero state conformi né alle prescrizioni del previgente codice dei contratti pubblici (decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163) né agli artt. 178 e 183, c. 15, del “nuovo” Codice (decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50) e che l’art. 178, c. 8-bis del “nuovo” Codice non avrebbe consentito alle amministrazioni di aggiudicare le concessioni autostradali scadute o in scadenza facendo ricorso alla procedura della finanza di progetto. Avverso tali provvedimenti, la società proponeva ricorso dinanzi al TAR al fine di ottenerne l’annullamento con contestuale accertamento dell’obbligo del MIT di pronunciarsi circa la fattibilità della proposta. Con le sentenze nn. 977 e 978 del 31.08.2018, il TAR Piemonte rigettava entrambi i ricorsi della concessionaria, ritenendo che il mancato rispetto da parte del MIT del termine di tre mesi previsto dal previgente Codice, non poteva inficiare la legittimità del primo provvedimento di rigetto, e che la proposta della OMISSIS non era, in ogni caso, conforme a quanto richiesto dal “nuovo” Codice atteso che presentava un grado di approfondimento tale da non consentire all’amministrazione di apportare modifiche. Avverso le sentenze la società OMISSIS proponeva appello. Il Consiglio di Stato, con Ordinanza n. 7587/2019, rimetteva alla CGUE la seguente questione pregiudiziale: “se il diritto eurounitario, e, in particolare, i principi fissati dalla direttiva n. 23/2014/UE, specificamente la libertà di scelta delle procedure di affidamento, nel rispetto dei principi di trasparenza e di libertà di trattamento, di cui al considerando 68 ed all’art. 30, nell’ambito degli affidamenti delle concessioni, ostano alla norma nazionale dell’art. 178, comma 8-bis, del d.lgs. 18 aprile 2016, n. 50, che vieta incondizionatamente alle amministrazioni di procedere agli [continua ..]