home / Archivio / Diritto Penale raccolta del 2024 / La gelosia può integrare l'aggravante dei motivi abietti o futili quando sia connotata non ..

indietro stampa contenuto


La gelosia può integrare l'aggravante dei motivi abietti o futili quando sia connotata non solo dall'abnormità dello stimolo possessivo verso la vittima od un terzo che appaia ad essa legata, ma anche nei casi in cui sia espressione di spirito punitivo, innescato da reazioni emotive aberranti a comportamenti della vittima percepiti dall'agente come atti di insubordinazione

Argomento: Delle circostanze del reato
Sezione: Sezione Semplice

(Cass. Pen., Sez. I, 13 novembre 2024, n. 41873)

Stralcio a cura di Claudia Scafuro

"Con la sentenza del 20 dicembre 2023 la Corte di Assise di Appello di Catanzaro, in parziale riforma della sentenza della Corte di Assise di Catanzaro in data 24 maggio 2022, dichiarava non doversi procedere nei confronti di OMISSIS per il reato di ricettazione in quanto estinto per prescrizione e rideterminava la pena complessivamente inflitta all'imputato - per i reati di cui agli artt. 612 bis, commi primo, secondo e quarto, cod. pen., art, 582, 585 cod. pen. in danno di OMISSIS per il delitto di cui agli artt. 575, 577 cod. pen. in danno di OMISSIS nonché per la detenzione e il porto in luogo pubblico di una pistola automatica marca Beretta con numero di matricola abraso - in anni diciassette e mesi tre di reclusione. I fatti erano così ricostruiti nelle sentenze di merito. La notte del 20 dicembre 2019 veniva rinvenuto un cadavere, successivamente identificato in OMISSIS all'interno di una Fiat Sedici, posta sulla via OMISSIS. Sopraggiungevano la compagna del OMISSIS e la figlia di quest'ultima, che indirizzavano le indagini verso l'ex marito di OMISSIS che deteneva un'arma; a casa del predetto non venivano rinvenute armi, bensì una copia delle chiavi di casa della donna e anche della cassaforte ove era custodita detta arma. Ma l'arma non veniva trovata ove avrebbe dovuto essere custodita. L'imputato, poi, messo alle strette dalla figlia, le avrebbe confessato di essere stato lui a commettere l'omicidio; lo svolgimento di tale dialogo era confermato da un militare che aveva avuto modo di sentire lo scambio fra i due e l'uomo gridare «sono stato io, sono stato io». L'imputato reiterava la propria confessione anche ai Carabinieri e faceva loro ritrovare l'arma del delitto di cui si era disfatto. L'uomo affermava di essersi adoperato per qualche sera per cercare di scoprire l'identità del nuovo compagno della ex moglie; quindi, una volta individuatolo, lo aveva affiancato in auto e gli aveva sparato tre colpi a bruciapelo. (…) CONSIDERATO IN DIRITTO Il ricorso è manifestamente infondato e deve essere dichiarato inammissibile. (…) In tema di omicidio, il giudice, per ritenere la sussistenza dell'aggravante di aver agito con sevizie e crudeltà, deve preliminarmente procedere all'esame delle modalità complessive dell'azione e del correlato elemento psicologico, poiché, essendo il fondamento della circostanza costituito dall'esigenza di irrogare una [continua ..]

» Per l'intero contenuto effettuare il login inizio