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La reiterazione illegittima dei contratti cd. a termine nel settore scolastico e non configurabilità del diritto al risarcimento del danno
Eugenia Manescalchi
Cass. civ., Sez. IV, 12 febbraio 2020, n. 3472
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Nota di Eugenia Manescalchi
La questione giuridica sulla quale la Cassazione si è pronunciata il 12.02.2020 attiene alla configurabilità o meno di un diritto al risarcimento dei danni in conseguenza dell’utilizzo abusivo di contratti cd. a termine per l’assunzione del personale docente precario, verificatosi prima dell’entrata in vigore della L. 107/2015. La Corte di Giustizia ha avuto modo di chiarire che la clausola n. 5, punto 1, dell’accordo quadro sul lavoro a tempo determinato, allegato alla direttiva 1999/70/CE del Consiglio del 28 giugno 1999, deve essere interpretata nel senso che non osta ad una normativa nazionale che esclude – per docenti del settore pubblico che hanno beneficiato della trasformazione del loro rapporto di lavoro a tempo determinato in un rapporto di lavoro a tempo indeterminato con un effetto retroattivo limitato – il diritto al risarcimento pecuniario in ragione dell’utilizzo abusivo di una successione di contratti a tempo determinato, qualora la predetta trasformazione non sia né incerta, né imprevedibile, né aleatoria e la limitazione del riconoscimento dell’anzianità maturata in forza della suddetta successione di contratti di lavoro a tempo determinato costituisca una misura proporzionata per sanzionare tale abuso. Questo perché, rileva la Corte, la suddetta clausola contiene un obiettivo generale, consistente nella prevenzione di questi abusi, lasciando agli Stati membri la scelta dei mezzi per conseguirlo, purché essa non rimetta in discussione l’efficacia pratica dell’accordo quadro; essi dispongono, sul punto, di un potere discrezionale, consistente nel poter scegliere di far ricorso a una o più delle misure elencate in detta clausola, oppure a misure di legge esistenti ed equivalenti, e ciò tenendo conto, nel contempo, delle esigenze di settori specifici e/o di specifiche categorie di lavoratori. Tale orientamento ermeneutico, peraltro conforme alla più recente giurisprudenza costituzionale, trova applicazione nella pronuncia in commento, la quale afferma il principio di diritto secondo cui in presenza di norma imperativa ai sensi della quale, in caso di ricorso abusivo a contratti di lavoro a tempo determinato, questi ultimi sono trasformati in un rapporto di lavoro a tempo indeterminato, costituisce una misura che non solo sanziona efficacemente tale abuso, ma altresì cancella le conseguenze della [continua ..]